È ancora possibile, nel 2020, fare dei contratti di collaborazione co.co.co.?
Certo, è possibile stipulare un contratto di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.), avendo cura di prevedere le seguenti specifiche:
- La professionalità, oggetto del contratto, deve essere medio-alta
- Il contratto non deve avere ad oggetto l’ordinaria attività d’impresa, ma dev’essere caratterizzato da “specificità” differenziandosi da essa
- Il collaboratore deve gestire autonomamente le modalità di esecuzione della prestazione lavorativa (no etero-organizzazione da parte del committente)
- Non vi deve essere alcun assoggettamento al potere organizzativo, direttivo
- Possibilmente, evitare l’uso di mesi di lavoro del datore di lavoro
- Evitate una “retribuzione” fissa mensile
- Nell’accordo non dovrà essere specificato alcun orario di lavoro fisso e continuativo
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1 Commento
PieLUCY
Gennaio 15, 13:22Buongiorno dott. Camera,
sono un ingegnere iscritto all’Albo , ma ho sempre lavorato da dipendente (con contributi previdenziali INPS versati), quindi non mi sono mai aperto una P.IVA e mai iscritto all’INARCASSA. Ora da inoccupato, mi hanno proposto un contratto da CO.CO.CO per 6 mesi per attività organizzative non legate all’attività specifiche dell’azienda che si occupa di Sicurezza sul lavoro. Volevo sapere se posso accettare, iscrivendomi alla Gestione Separata INPS con contributi precidenziali pagati dal committente per i 2/3 e Irpef pagata dal committente che in pratica redige una sorta di busta pagata, senza dover comunicare e pagare nulla ad INARCASSA. In attesa di una sua risposta.
Grazie.
Saluti