Rimborso spese d’affitto ai dipendenti: qual è la prassi?

Roberto Camera risponde alle domande degli utenti

Rimborso spese d’affitto ai dipendenti: qual è la prassi?

Qualora volessi effettuare un rimborso spese d’affitto dei miei lavoratori, che cosa devo verificare?

Per “spese per l’affitto” si deve fare riferimento al canone risultante dal contratto di locazione regolarmente registrato e pagato nell’anno. L’importante è che il datore di lavoro non sfori, per il 2024, il valore massimo esente: 1.000 euro, ovvero 2.000 euro qualora il lavoratore abbia figli fiscalmente a carico.

il datore di lavoro può decidere di acquisire la documentazione relativa all’affitto pagato dal proprio lavoratore, ovvero, in alternativa, può richiedere una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà che attesti i presupposti per il rimborso della spesa. In ogni caso, al fine di evitare che si fruisca più volte del beneficio in relazione alle medesime spese, è necessario che il lavoratore, all’interno della dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, attesti che la spesa non è già stata fatta oggetto di richiesta di rimborso, totale o parziale, non solo presso il medesimo datore di lavoro, ma anche presso altri.

Autore

Roberto Camera
Roberto Camera 507 posts

Esperto di Diritto del Lavoro e relatore in convegni sulla gestione del personale. Ha creato, ed attualmente cura, il sito internet http://www.dottrinalavoro.it in materia di lavoro. (*Le considerazioni sono frutto esclusivo del pensiero dell’autore e non hanno carattere in alcun modo impegnativo per l’Amministrazione di appartenenza)

Vedi tutti gli articoli di questo autore →

0 Commenti

Non ci sono Commenti!

Si il primo a commentare commenta questo articolo!

Rispondi

Solo registrati possono commentare.