Ho firmato un patto di non concorrenza della durata di 3 anni e valido in tutta Europa, a fronte di un euro in più in busta paga. È giusto?

Ho firmato un patto di non concorrenza della durata di 3 anni e valido in tutta Europa, a fronte di un euro in più in busta paga. È giusto?

Il mio datore di lavoro mi ha fatto firmare un patto di non concorrenza che durerà 3 anni e che prevede il divieto di lavorare in tutte le aziende del mio settore, in tutta Europa. A fronte di questo, mi paga, in busta, un euro in più al mese. È giusto?

Una delle motivazioni che può portare un giudice a valutare la nullità del patto di non concorrenza è proprio la non congruità tra il corrispettivo mensile (nel suo caso) indicato in busta paga e i limiti imposti, all’ex lavoratore, dal patto stesso. Effettivamente non appare congruo il valore del patto di non concorrenza. Provi a sentire un legale in merito.

Di seguito un estratto del Codice civile riguardante il Patto di non concorrenza:

Dispositivo dell’art. 2125 Codice civile

Patto di non concorrenza

Il patto con il quale si limita lo svolgimento dell’attività del prestatore di lavoro, per il tempo successivo alla cessazione del contratto, è nullo se non risulta da atto scritto, se non è pattuito un corrispettivo a favore del prestatore di lavoro e se il vincolo non è contenuto entro determinati limiti di oggetto, di tempo e di luogo.

La durata del vincolo non può essere superiore a cinque anni, se si tratta di dirigenti, e a tre anni negli altri casi. Se è pattuita una durata maggiore, essa si riduce nella misura suindicata.

 

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Roberto Camera
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Esperto di Diritto del Lavoro e relatore in convegni sulla gestione del personale. Ha creato, ed attualmente cura, il sito internet http://www.dottrinalavoro.it in materia di lavoro. (*Le considerazioni sono frutto esclusivo del pensiero dell’autore e non hanno carattere in alcun modo impegnativo per l’Amministrazione di appartenenza)

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2 Commenti

  1. Roberto
    Gennaio 19, 15:35

    Buongiorno, il patto di non concorrenza può essere stipulato laddove vi siano attività, svolte dal lavoratore, particolarmente “delicate”, tali da blindare quest’ultimo, per un periodo di tempo, da aziende concorrenti. La professionalità è solo uno degli elementi da prendere in considerazione; altro elemento può essere la conoscenza di progetti e lavori che si stanno svolgendo e che possono essere altamente riservati. In definitiva, ritengo che la cosa sia fattibile allorquando non si consideri solo la professionalità del lavoratore ma anche altri elementi ad esso complementari.

  2. Fabio
    Gennaio 18, 11:35

    Buongiorno Dr. Camera.
    Recentemente mi sono imbattuto in un patto di non concorrenza applicato ad un apprendista.
    Ritengo la cosa un po’ pericolosa per l’azienda, in quanto l’apprendista deve essere formato oltre che lavorare.
    Fermo restando l’obbligo di fedeltà e non concorrenza, io penso che l’aver applicato il patto a questa fattispecie particolare possa minare la genuinità dell’apprendistato.

    Lei cosa ne pensa?

    Grazie mille e cordiali saluti.

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