Violenza di genere: requisiti per agevolazione in caso di assunzione?

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Violenza di genere: requisiti per agevolazione in caso di assunzione?

Quali sono i requisiti per ricevere l’agevolazione in caso di assunzione di una donna vittima di violenza?

Per favorire un percorso di uscita dalla violenza attraverso l’inserimento nel mercato del lavoro, la Legge di Bilancio per l’anno 2024 (Legge n. 213/2023) ha introdotto, al comma 191, un nuovo incentivo in caso di assunzione di donne vittime di violenza. Si tratta di un incentivo “a tempo” e cioè per un periodo limitato: riguarda le assunzioni, effettuate nel triennio 2024-2026, di lavoratrici disoccupate, che sono, ad oggi, beneficiarie di aiuti erogati dal Fondo per il reddito di libertà per le vittime di violenza (quello previsto dall’art. 105-bis, del D.L. 34/2020). Potranno fruire dell’agevolazione anche le donne che hanno già beneficiato dell’aiuto nel corso del 2023.
L’Agevolazione consiste nell’esonero totale dei contributi previdenziali a carico al datore di lavoro, nel limite massimo di 8.000 euro annui, riparametrato ed applicato su base mensile (quindi una decontribuzione massima mensile di 666,66 euro). Per quanto vi sia una mancata corresponsione di contributi, questo non avrà alcun effetto negativo sulla futura pensione della lavoratrice, in quanto resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.
La durata del beneficio varia a seconda della tipologia contrattuale utilizzata.
In caso di assunzione con contratto a tempo determinato, anche a scopo di somministrazione, la decontribuzione è prevista per 12 mesi, che diventano 18 in caso di trasformazione a tempo indeterminato del rapporto di lavoro.
In caso di avvio, all’origine, con un contratto a tempo indeterminato, anche sotto-forma di apprendistato, l’esonero contributivo verrà applicato per 24 mesi.
Ricordo, infine, che l’incentivo rientra nel «de minimis» (pari a 300.000 euro per 3 esercizi finanziari) e dovrà rispettare il limite di spesa previsto dalla stessa Legge di bilancio. Sarà l’INPS a monitorare l’informazione e a bloccare le domande di incentivo qualora si dovesse raggiungere il tetto massimo di spesa.

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Roberto Camera
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Esperto di Diritto del Lavoro e relatore in convegni sulla gestione del personale. Ha creato, ed attualmente cura, il sito internet http://www.dottrinalavoro.it in materia di lavoro. (*Le considerazioni sono frutto esclusivo del pensiero dell’autore e non hanno carattere in alcun modo impegnativo per l’Amministrazione di appartenenza)

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