Smart working: prosegue la modalità di lavoro agile

Smart working: prosegue la modalità di lavoro agile

Le modalità di lavoro agile hanno letteralmente scalzato quelle classiche: lo smart working semplificato durerà (almeno) fino a settembre.

 

Da più di un anno le nostre vite sono radicalmente mutate, la pandemia ci ha travolto in tutti i sensi facendo sì che anche il lavoro si adeguasse alla nuova e a dir poco imprevista situazione e, di fatto, rivoluzionando i propri tempi e soprattutto modalità.

Lo stato emergenziale ha cambiato totalmente il modo di concepire le tempistiche lavorative ed è in quest’ottica che si è inserito il lavoro agile, il cosiddetto “smart working”. A dire il vero tale modalità era già presente in diversi stati europei, tuttavia in Italia è stata una vera e propria rivoluzione.

Lo smart working consiste in una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra datore di lavoro e dipendente. Tale tipo di prestazione aiuta il lavoratore a conciliare vita privata e, appunto, lavorativa: il compenso economico resta tuttavia immutato tra chi lavora in ufficio e chi invece presta il proprio servizio da casa.

Per far fronte all’emergenza sanitaria la legge è intervenuta all’inizio della pandemia facilitando il ricorso al lavoro agile tramite un accesso definito “semplificato”, ovvero senza obbligo di accordo individuale tra azienda e dipendente, una procedura comoda e decisamente molto più rapida per accedere a tale nuova modalità di prestazione lavorativa.

Lo stato emergenziale è stato prorogato, per ora, fino al 31 Luglio 2021 e, di riflesso, le modalità di lavoro “agile” semplificato fino almeno al 30 settembre (si punta tuttavia ad un’ulteriore proroga fino a fine 2021, anche per un allineamento del privato col pubblico, che prevede lo smart, appunto, fino a fine anno).

I datori di lavoro privati potranno dunque continuare ad utilizzare il lavoro da remoto senza l’obbligo di ricorrere ad accordi individuali coi singoli lavoratori, misura adottata sulla falsa riga di tutte quelle precedenti, ovvero arginare la diffusione del contagio da Covid-19 e, nel contempo, aiutare le aziende in una fase così delicata.

Tale slittamento è contenuto nella bozza del Dl Sostegni 2, dopo che già con il Dl Riaperture, il decreto legge n.52 dello scorso 22 aprile, era stata spostata in avanti – da fine aprile a fine luglio – la scadenza della disciplina semplificata.

Queste le parole di Andrea Orlando, Ministro del Lavoro in carica:

Il ritorno alla disciplina ordinaria dovrà avvenire riflettendo su punti di forza e di debolezza che sono emersi durante questo lungo periodo di sperimentazione di lavoro agile emergenziale. In vista della definizione di una normativa post emergenza, o comunque di un suo superamento, credo sia utile riflettere su come si ‘plana’ sul ritorno alla normalità.

Casa e ufficio, una dicotomia divenuta in poco tempo un tutt’uno: vita lavorativa e privata si sono fuse in un unico luogo e sarà così ancora per un po’, in una concezione che fino a poco più di un anno fa sembrava futuristica e, per alcuni, anche utopistica…

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