NASpI e collaborazioni occasionali: limiti, obblighi e alternative

Roberto Camera risponde alle domande degli utenti

NASpI e collaborazioni occasionali: limiti, obblighi e alternative

Sono una lavoratrice che sta percependo la NASPI. Mi hanno chiesto di avviare delle collaborazioni di pochi giorni, ma io non voglio aprire la partita IVA e non voglio perdere la disoccupazione. Che alternative ho?

La normativa che regola la NASpI consente al percettore di svolgere attività lavorativa durante il periodo di disoccupazione, purché siano rispettate determinate condizioni economiche e vengano effettuate le comunicazioni previste.
Il legislatore ha infatti previsto che il beneficiario possa integrare il proprio reddito con attività autonome occasionali, senza la necessità di aprire una partita IVA e senza perdere l’indennità, purché i compensi rientrino entro un limite massimo stabilito dall’INPS.
Questa possibilità permette a chi si trova in transizione lavorativa di accettare incarichi saltuari o collaborazioni brevi senza perdere il sostegno al reddito.

Ciò che prevede la normativa

Qualora Lei non voglia aprire una partita IVA ma svolgere attività di natura autonoma occasionale, il compenso massimo, che permette di non perdere l’indennità di disoccupazione, è di 5.500 euro l’anno (messaggio INPS n. 1414/2024). In questo caso la NASpI è ridotta dell’80% del reddito previsto, ma continua ad essere erogata.
È obbligatorio comunicare all’INPS il reddito annuo previsto per l’attività autonoma entro 30 giorni dall’inizio dell’attività. La comunicazione va fatta attraverso la procedura NASPI-COM.
Le ricordo che c’è anche la possibilità di sceglie di riscuotere l’intera NASpI anticipatamente per avviare un’attività autonoma (apertura di partita IVA). In questo caso il limite non si applica e si può superare la soglia di reddito.

Obblighi verso l’INPS e possibili riduzioni della NASpI

Se la lavoratrice svolge attività autonoma occasionale entro il limite dei 5.500 euro annui, l’indennità non viene revocata ma subisce una riduzione pari all’80% del reddito previsto.
Il rispetto dell’obbligo di comunicazione è fondamentale: la mancata trasmissione del modello NASpI-COM entro 30 giorni può comportare sospensione o recupero dell’indennità.

Alternativa: anticipo della NASpI per avviare un’attività autonoma

Nel caso in cui la collaborazione non sia più occasionale ma destinata a diventare continuativa, la lavoratrice può valutare l’opzione dell’anticipo totale della NASpI.
In questo scenario l’indennità viene erogata in un’unica soluzione e non esistono limiti di reddito; il lavoratore deve però aprire partita IVA o avviare un’attività autonoma strutturata.

Considerazioni operative finali

In sintesi, la scelta dipende dalla natura degli incarichi: se si tratta di attività sporadiche, l’autonoma occasionale permette di mantenerle entro un quadro sicuro e compatibile con la NASpI.
Se invece si prevede un’attività stabile, l’anticipo della NASpI è la soluzione più adatta per sostenere l’avvio dell’attività.
In entrambi i casi è essenziale rispettare gli adempimenti verso l’INPS per evitare revoche o richieste di restituzione.

Autore

Roberto Camera
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Esperto di Diritto del Lavoro e relatore in convegni sulla gestione del personale. Ha creato, ed attualmente cura, il sito internet http://www.dottrinalavoro.it in materia di lavoro. (*Le considerazioni sono frutto esclusivo del pensiero dell’autore e non hanno carattere in alcun modo impegnativo per l’Amministrazione di appartenenza)

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