Modifica dei turni di lavoro: cosa può fare il datore?
Roberto Camera risponde alle domande degli utenti
Il datore di lavoro può modificare i turni di una lavoratrice?
La modifica dei turni di lavoro rientra nelle esigenze organizzative e produttive dell’impresa, ma deve sempre rispettare i principi di correttezza, buona fede e tutela dei diritti del lavoratore.
Il datore di lavoro può modificare i turni di una lavoratrice, purché:
- la modifica sia motivata da esigenze organizzative o produttive reali;
- il cambiamento venga comunicato con un preavviso congruo, così da consentire al lavoratore di organizzarsi;
- sia rispettato il principio di correttezza e buona fede nella gestione del rapporto di lavoro.
In assenza di tali presupposti, la variazione arbitraria dei turni potrebbe configurarsi come comportamento scorretto e contestabile.
Casi particolari: lavoratrici part-time
Le cose cambiano se la lavoratrice ha sottoscritto un contratto di lavoro part-time.
In questo caso, i turni devono rispettare quanto stabilito nell’accordo contrattuale e nelle clausole elastiche eventualmente previste. Il datore di lavoro non può modificare unilateralmente le condizioni pattuite, se non nei limiti consentiti dalla legge e dal contratto collettivo applicato.
Rispetto del riposo settimanale
Un’attenzione particolare va posta ai casi in cui la lavoratrice sia impiegata con turni notturni su sei giorni.
La normativa prevede il diritto a un riposo settimanale di almeno 35 ore consecutive, da collocarsi tra due prestazioni lavorative.
Questo aspetto è rilevante soprattutto quando, a seguito del cambio turno, la nuova settimana lavorativa si apre con un turno diurno immediatamente successivo a una serie di notturni.
Situazioni tutelate dalla legge
Il datore di lavoro, nel modificare i turni, deve inoltre considerare se la lavoratrice si trovi in una delle seguenti condizioni:
- madre con figlio di età inferiore ai 3 anni;
- genitore unico affidatario di figlio convivente con meno di 12 anni;
- presenza di un familiare disabile a carico.
In tali circostanze, la normativa riconosce una maggiore protezione, limitando la possibilità per il datore di lavoro di imporre modifiche che possano incidere in maniera eccessiva sulla conciliazione vita-lavoro.
In sintesi:
- Il datore di lavoro può modificare i turni, ma solo per effettive esigenze organizzative e con preavviso adeguato.
- Nei contratti part-time le modifiche devono rispettare quanto pattuito, salvo l’applicazione delle clausole elastiche.
- Va sempre garantito il riposo settimanale minimo di 35 ore.
- Particolare attenzione va prestata alle situazioni protette dalla legge (madri, genitori soli, lavoratori con disabili a carico).
Una gestione trasparente e rispettosa dei turni non solo riduce i rischi di contenzioso, ma contribuisce a rafforzare il rapporto di fiducia tra azienda e lavoratori.
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