Lavoro intermittente e malattia: cosa succede se non c’è chiamata?
Roberto Camera risponde alle domande degli utenti
Cosa succede se un lavoratore intermittente si ammala nei giorni in cui non è chiamato a lavorare?
Qualora il lavoratore non riceva un’indennità di disponibilità, la normativa stabilisce che nei periodi in cui non ne viene utilizzata la prestazione il lavoratore intermittente non matura alcun trattamento economico e normativo.
(Riferimento: art. 13, comma 4, del D.Lgs. n. 81/2015).
In altre parole, se il lavoratore non ha una chiamata in essere e non ha accettato una disponibilità retribuita, l’assenza per malattia non comporta alcun diritto a compensi o tutele equivalenti a quelli previsti per un contratto a tempo pieno o determinato. Né il datore di lavoro è tenuto a riconoscere retribuzione, indennità INPS o maturazione di istituti contrattuali (ferie, TFR, contributi figurativi, ecc.).
Quando scatta il diritto all’indennità?
Il lavoratore intermittente ha diritto alle tutele in caso di malattia solo nei seguenti casi:
- Se è stato chiamato per una prestazione in un determinato giorno ed è impossibilitato a lavorare per malattia certificata: in questo caso la malattia si comporta come in qualsiasi altro contratto subordinato, con accesso all’indennità INPS secondo i requisiti contributivi ordinari.
- Se è titolare di un’indennità di disponibilità: ossia ha sottoscritto un impegno formale a rispondere alla chiamata e percepisce un compenso mensile anche in assenza di prestazione. In questo caso, la malattia può essere comunicata anche nei giorni “non lavorati”, con obbligo di reperibilità e diritto a sospendere l’indennità.
Indicazioni operative per datori di lavoro e consulenti
Se il lavoratore non è stato chiamato o non è in disponibilità:
- non deve trasmettere certificati di malattia al datore di lavoro, salvo diverse previsioni contrattuali;
- non matura retribuzione né contributi, né è soggetto a copertura previdenziale automatica;
- non ha diritto all’indennità INPS per quel periodo, perché manca un evento sospensivo da rapporto attivo.
È buona prassi, tuttavia, informare il lavoratore circa l’effettiva assenza di tutele nei periodi “neutri”, per evitare contestazioni o incomprensioni.
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