Il Run Commuting, andare al lavoro… correndo!

Il Run Commuting, andare al lavoro… correndo!

Tempi d’oro per chi vuol tenersi in forma anche quando il tempo sembra non esserci, si va a lavoro semplicemente correndo . Il numero di persone che hanno trasformato il tragitto che da casa porta al lavoro in un’attività sportiva aumenta sempre di più. Sempre di più quindi sono i lavoratori che raggiungono l’ufficio o qualsiasi altro luogo di lavoro correndo o pedalando.

Questo modo di fare sport, che ha fra i suoi esponenti maggiori i Britannici, è chiamato Run Commuting, e porta con sé numerosi vantaggi e benefici: migliora la salute, diminuisce lo stress, salvaguarda la natura e soprattutto riduce l’alleggerimento del portafogli.

Non è inusuale, per un visitatore della capitale inglese, imbattersi, di prima mattina, nella “rush hours”, cioè l’ora di punta in cui milioni di pendolari corrono (alcuni in senso letterale) a lavoro a Londra. Centinaia sono le donne e gli uomini che abbigliati per fare sport, zainetto in spalle si avviano sul posto di lavoro correndo in mezzo ai passanti e ai turisti che sono in strada di primo mattino.

Le città in cui correndo si va al lavoro

L’ampiezza del fenomeno lo definisce uno studio svolto da Strava, un’App per sportivi che in Gran Bretagna tiene traccia dei giri e delle corse tramite un dispositivo iPhone, Android o GPS e analizza le prestazioni mettendole in comune sui social network. Da questo studio risulta che in questo Paese il numero dei Commuter runners è cresciuto di oltre il 50 per cento nell’ultimo anno, arrivando a circa 45 mila corse di questo tipo alla settimana. Sono comunque molto meno delle 250 mila corse in bicicletta monitorate per andare al lavoro, ma il trend è comunque in forte aumento.

Lo studio di Strava nomina Londra come la “capitale mondiale” dei pendolari che vanno a lavoro correndo, la medaglia d’argento va di diritto ad Amsterdam, ed il gradino più basso spetta a Parigi. Le altre città che figurano di seguito nella top 10 di questo modo di fare sport senza sprecare tempo sono New York, Sidney, San Francisco, Los Angeles, San Paolo, Barcellona e Melbourne.

Nella classifica non sono presenti città italiane, almeno non nella top 10. Il motivo non è da ricercarsi nella mancanza di appassionati runners o di salutisti, ne è da ricercarsi nelle distanze che separano il luogo di lavoro dalle case dei lavoratori, infatti metropoli come Londra, Parigi o New York sono molto più grandi delle nostre più grandi città, come Roma, Milano o Napoli. Piuttosto una spiegazione può essere data dal fatto che all’estero ci sono molti più uffici dotati di docce e spogliatoi con armadietti in cui il Commuter runner può ristorarsi dopo la corsa e iniziare la sua giornata lavorativa.

I commuter runners

Caroline Soubayroux, 29enne transalpina che lavora come manager della Banca Santander, percorre correndo tutte le mattine 10 miglia (16 chilometri) per andare dalla sua abitazione di East Ham, nel nord-est di Londra, fino alla City. “Mentre corro ascolto podcast di libri e riviste – racconta al Times – e andare a lavorare correndo mi fa sentire mentalmente meglio. So che ho fatto almeno una buona cosa al giorno”.

Vantaggio ulteriore di andare al lavoro correndo, ovviamente, è che si risparmia denaro, specie in una città come Londra dove i mezzi pubblici sono molto cari: l’abbonamento settimanale alla Tube, la metropolitana, costa un minimo di 32 sterline (circa 40 euro).

Ed è un perfetto allenamento per chi, come Caroline, si prepara a correre la propria prima maratona, o come l’infermiera di 33 anni Catherine Simpson, che corre da 5 a 10 miglia due volte al giorno, all’andata e al ritorno in ospedale, e ha come obiettivo per il 2018 la Spartathlon, un percorso di 240 chilometri in terra Greca.

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