Fine del blocco licenziamenti, ma non per tutti i settori

Termina oggi il blocco generalizzato: il divieto resta per le imprese in crisi che attingono alle 13 settimane di CIG scontata. Per tessile-moda ci sono 17 settimane e non si può licenziare fino al 31 ottobre

Fine del blocco licenziamenti, ma non per tutti i settori

Dopo quasi un anno e mezzo di durata ininterrotta – di fatto, dall’inizio dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 – termina il blocco licenziamenti per motivi economici nei settori dell’industria e delle costruzioni.

Da oggi, 1 luglio, infatti, grazie al decreto Sostegni bis, già in vigore da maggio, e al decreto legge approvato ieri dal governo, si delinea infatti una complessiva, ed equilibrata, strategia di uscita dalle misure emergenziali, che fa leva su nuove settimane di CIG scontata per le aziende, in cambio di non licenziare finché si fruisce del sussidio, e su un impegno, preso martedì sera dalle parti sociali, a raccomandare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali in alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro.

Ma cosa cambia, nel dettaglio, da oggi 1° luglio? A dare una risposta è il nuovo decreto Lavoro e Imprese, approvato nella giornata di ieri dal Consiglio dei Ministri. Sul blocco dei licenziamenti si è deciso proprio nel giorno della sua scadenza, quella del 30 giugno, introdotta dal decreto Sostegni di marzo (e decreto Sostegni bis, frutto di un compromesso condotto a maggio in prima persona da Mario Draghi) per le imprese che accedono alla CIGO (Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria).

Il blocco, tuttavia, non termina per tutti. Alcuni settori, infatti, verranno interessati parzialmente da tale decreto. Il blocco dei licenziamenti subisce la proroga fino al 31 ottobre per le imprese del tessile, abbigliamento e pelletteria.

I datori di lavoro di questi comparti infatti (codici ATECO2007 13, 14 e 15) nel periodo che intercorre dal 1° luglio al 31 ottobre 2021 potranno fruire di altre 17 settimane di CIG gratuita (non sono dovuti i contributi addizionali).

Le aziende del tessile, che ancora oggi sono in forte difficoltà, entrano così di fatto nella normativa prevista per le piccole imprese e per quelle del terziario (che rientrano nel campo d’azione di CIG in deroga e Fis). La conseguenza è che fino al 31 ottobre anche loro manterranno un blocco licenziamenti generalizzato per motivi economici (tranne le eccezioni, già previste dalle regole vigenti: cessazione definitiva dell’attività, accordo collettivo aziendale di incentivo all’esodo, subentro nell’appalto, fallimento).

Per quanto riguarda le imprese manifatturiere, sono previste altre 13 settimane di cassa gratuita: chi le utilizza non può licenziare. Per i settori nei quali è superato – a partire da oggi – il divieto di licenziamento, il decreto stabilisce che le imprese, che non possano più fruire della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS), possano farlo in deroga per 13 settimane fino al 31 dicembre 2021 senza contributo addizionale e, qualora se ne avvalgano, con conseguente divieto di licenziare.

 

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