Erogazione di anticipi ai dipendenti: esistono criticità fiscali?

Roberto Camera risponde alle domande degli utenti

Erogazione di anticipi ai dipendenti: esistono criticità fiscali?

Sussiste qualche criticità legata all’erogazione di anticipi a dipendenti, da un punto di vista fiscale e contributivo con i rispettivi istituti?
Premetto che non esiste una norma di legge che disciplina l’anticipo di parte della retribuzione in busta paga. L’erogazione è rimessa alla volontà della azienda.
Il primo passaggio è una richiesta scritta da parte del lavoratore, con relativa motivazione, e l’accettazione da parte del datore di lavoro.
Il secondo è la sottoscrizione, all’atto dell’erogazione dell’anticipo, di una sorta di ricevuta che evidenzia l’importo e la mensilità a cui fa riferimento l’anticipo.
Da un punto di vista fiscale e contributivo, l’anticipo segue le regole della ordinaria retribuzione. Va tassato e contribuito in modo ordinario.
Qualora la somma dovesse essere “importante”, potrebbe essere considerato un prestito e come tale dovrebbe essere trattato a livello fiscale.
Cosa diversa è l’anticipo del TFR che potrà essere erogato secondo le prescrizioni della contrattazione collettiva e dell’art. 2120 del codice civile.

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Roberto Camera
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Esperto di Diritto del Lavoro e relatore in convegni sulla gestione del personale. Ha creato, ed attualmente cura, il sito internet http://www.dottrinalavoro.it in materia di lavoro. (*Le considerazioni sono frutto esclusivo del pensiero dell’autore e non hanno carattere in alcun modo impegnativo per l’Amministrazione di appartenenza)

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