È possibile prevedere un obbligo, per il lavoratore, di non recedere dal rapporto di lavoro?

È possibile prevedere un obbligo, per il lavoratore, di non recedere dal rapporto di lavoro?

È possibile prevedere un obbligo, per il lavoratore, di non recedere dal rapporto di lavoro?

Sì, è possibile stipulare, con il dipendente, un “patto di stabilità” e cioè un accordo con il quale le parti si impegnano a garantire una durata minima del rapporto di lavoro, salvo la possibilità di recedere per giusta causa (dimissioni o licenziamento). Detto “impegno di stabilità” presuppone una remunerazione per il lavoratore che, secondo quanto stabilito dalla Corte di Cassazione (sentenza n. 19080/2018), può essere individuato anche in un superminimo (riconoscimento di uno stipendio superiore al minimo contrattuale), previsto nel contratto di assunzione.

Questi i paletti all’attuazione di un patto di stabilità:

  • va sottoscritto un accordo tra le parti;
  • deve essere prevista una durata massima: esempio 2 anni;
  • deve essere previsto un compenso adeguato al lavoratore;
  • viene prevista una penale;
  • il patto è reciproco: entrambi i soggetti, durante il periodo di validità dell’accordo, non possono recedere dal rapporto di lavoro;
  • il recesso, durante il periodo di validità dell’accordo, è ammesso solo per giusta causa;
  • è possibile una risoluzione anticipata del patto, attraverso la risoluzione consensualmente.

 

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Roberto Camera
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Esperto di Diritto del Lavoro e relatore in convegni sulla gestione del personale. Ha creato, ed attualmente cura, il sito internet http://www.dottrinalavoro.it in materia di lavoro. (*Le considerazioni sono frutto esclusivo del pensiero dell’autore e non hanno carattere in alcun modo impegnativo per l’Amministrazione di appartenenza)

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