Borse di studio ai figli dei dipendenti: cosa prevede il TUIR
Roberto Camera risponde alle domande degli utenti
Una azienda vuole istituire una borsa di studio per i figli dei dipendenti, che hanno raggiunto standard elevati di istruzione. L’erogazione può avvenire previa verifica di una spesa sostenuta dal dipendente per fini educativi?
Quando si parla di welfare aziendale, è importante distinguere tra le prestazioni che richiedono documentazione di spesa da parte del dipendente e quelle che, invece, possono essere erogate liberamente dal datore di lavoro in esenzione fiscale.
Le borse di studio destinate ai figli dei dipendenti rientrano proprio in questa seconda categoria, godendo di un trattamento agevolato specifico.
Ciò che prevede la normativa
La norma di riferimento è l’articolo 51, comma 2, lettera f-bis), del TUIR, la quale indica che non concorrono a formare reddito:
“le somme, i servizi e le prestazioni erogati dal datore di lavoro alla generalità dei dipendenti o a categorie di dipendenti per la fruizione, da parte dei familiari indicati nell’articolo 12, dei servizi di educazione e istruzione anche in età prescolare, compresi i servizi integrativi e di mensa ad essi connessi, nonché per la frequenza di ludoteche e di centri estivi e invernali e per borse di studio a favore dei medesimi familiari”.
A differenza degli altri servizi e prestazioni a supporto del dipendente, l’erogazione di borse di studio non deve essere supportata dalla dimostrazione che il dipendente abbia affrontato delle spese per l’eduzione e l’istruzione dei propri figli.
In particolare, l’Agenzia delle Entrate, con l’interpello 231/2024, ha precisato che:
“Le borse di studio erogate dall’Istante sono finalizzate a premiare il raggiungimento di livelli di eccellenza da parte degli studenti in ambito scolastico e universitario. Pertanto, non si ritiene necessario che i dipendenti producano una documentazione atta a dimostrare l’utilizzo di dette somme.”
Indicazioni operative per l’azienda
Per istituire correttamente una borsa di studio interna, l’azienda deve:
- definire un regolamento trasparente con criteri oggettivi (media voti, diploma con lode, risultati universitari ecc.);
- rivolgere la misura alla generalità dei dipendenti o a categorie omogenee;
- indicare chiaramente la finalità premiale della borsa;
- non richiedere alcuna documentazione di spesa al dipendente;
- inquadrare correttamente il beneficio come esente da tassazione, ai sensi dell’art. 51, comma 2, lett. f-bis TUIR.
Questa impostazione assicura coerenza normativa e facilita l’applicazione pratica del welfare aziendale.
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