Patto di riservatezza: come determinare una penale congrua in caso di violazione

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Patto di riservatezza: come determinare una penale congrua in caso di violazione

In un patto di riservatezza stipulato con un nostro dipendente, quale potrebbe essere un valore congruo della penale in caso di violazione?

Il patto di riservatezza rappresenta uno strumento contrattuale con cui datore di lavoro e lavoratore si impegnano a tutelare informazioni aziendali di carattere confidenziale o strategico. Non è disciplinato da una norma specifica di legge o da disposizioni collettive, ma trova fondamento nell’autonomia negoziale delle parti (art. 1322 c.c.) e nei principi generali di buona fede e correttezza contrattuale.

La clausola penale e i principi da rispettare

La previsione di una penale in caso di violazione rientra, invece, nell’ambito dell’articolo 1382 del Codice civile, secondo cui le parti possono pattuire un importo predeterminato a titolo di risarcimento per l’inadempimento o il ritardo. Proprio in applicazione di tale norma, la giurisprudenza ha più volte richiamato i principi di proporzionalità ed equità, sottolineando come la clausola penale non possa costituire un ingiusto arricchimento per una delle parti, né un deterrente sproporzionato.

Assenza di parametri fissi nella giurisprudenza

Va ricordato che, nelle (poche) sentenze in materia, i giudici non hanno indicato parametri fissi per quantificare la penale, preferendo valutare caso per caso in base:

  • alla natura delle informazioni oggetto di tutela;
  • al ruolo del dipendente;
  • e al potenziale danno economico per l’azienda in caso di diffusione indebita.

Esempi di parametrazione proporzionale

In via orientativa, è possibile differenziare la misura della penale in funzione della gravità della violazione:

  • 5-10% della RAL, per informazioni di carattere generale o di modesta rilevanza;
  • 10-20% della RAL, per dati o conoscenze di natura strategica;
  • fino al 25% della RAL, qualora si tratti di informazioni riservate o sensibili, la cui diffusione potrebbe comportare un danno rilevante o un pregiudizio competitivo per l’impresa.

Tali valori non hanno carattere vincolante, ma rappresentano una linea di equilibrio tra la tutela dell’interesse aziendale e il rispetto dei principi di proporzionalità e buona fede.
In ogni caso, la congruità della penale andrà valutata in concreto, anche alla luce della specifica realtà aziendale e del grado di riservatezza delle informazioni oggetto del patto.

Autore

Roberto Camera
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Esperto di Diritto del Lavoro e relatore in convegni sulla gestione del personale. Ha creato, ed attualmente cura, il sito internet http://www.dottrinalavoro.it in materia di lavoro. (*Le considerazioni sono frutto esclusivo del pensiero dell’autore e non hanno carattere in alcun modo impegnativo per l’Amministrazione di appartenenza)

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