Ivan e Yehor, in fuga dall’Ucraina, accolti dalla Gevi Napoli Basket

Due giovani cestisti ucraini, fuggiti da Kiev, sono stati accolti a Napoli e saranno tesserati dalla Gevi Napoli Basket

Ivan e Yehor, in fuga dall’Ucraina, accolti dalla Gevi Napoli Basket

Si chiamano Ivan e Yehor, sono giovani, fratelli e giganti, negli occhi hanno le bombe di Kiev e tra le mani una palla da basket per fare canestro ed esorcizzare la paura. Hanno rispettivamente diciassette e quindici anni, e in due raggiungono più di 4 metri d’altezza. Sono arrivati a Napoli dall’Ucraina qualche giorno fa, accolti dalla Gevi Napoli Basket, per iniziare un percorso di speranza, lontano dall’incubo che sta devastando loro terra.

Famiglie a metà

La storia di questi due ragazzoni caucasici è raccontata da Il Corriere del Mezzogiorno che, attraverso la loro vicenda personale, disegna il dramma di molte famiglie ucraine, costrette a dividersi a causa della guerra. Ivan e Yehor, infatti, sono arrivati a Napoli accompagnati dalla madre Irina, che però ripartirà subito in direzione Ucraina, per stare accanto al marito, impegnato a Kiev. I suoi figli, invece, rimarranno nella città partenopea, e alloggeranno nella foresteria di via Terracina con il bosniaco Koralic e Cannavina del 2004 e con i giovanissimi Mazzarella e Sannino (2006).

L’abbraccio con la Gevi Napoli Basket

Ivan e Yehor hanno praticato scherma sin da piccoli, poi si sono appassionati al basket e non lo hanno più lasciato. La Gevi Napoli Basket darà un’opportunità a entrambi, tesserandoli probabilmente a stretto giro con la finestra primaverile di mercato. I due giovanissimi cestisti hanno già conosciuto il presidente Sergio Grassi e i dirigenti Alfredo Amoroso (AD di Generazione Vincente S.p.A.) e Francesco Tavassi, e saranno presto a disposizione di Lamberti per l’Under 17 e di Mollica per l’under 15.

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Autore

Federica Barbi
Federica Barbi 158 posts

Laureata in Lettere Moderne all’Università Federico II di Napoli, Giornalista e Social Media Manager. "Gioco" con le parole da tutta la vita. Ogni giorno provo ad usarle con armonia: “La comunicazione non è quello che diciamo, bensì quello che arriva agli altri”

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